La tomba

Busto in bronzo e lapide marmo con croce.
Opere del noto scultore Enzo Pasqualini (1916-1998), già direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Voluto da Mons. Giovanni Zalambani, parroco ad Argenta dal 1949 al 1959 e inaugurato il 23 agosto 1955 in occasione della 32° ricorrenza del Martirio.

Sarcofago e lapide marmo con frase.
Opere in marmo rosa della ditta Morseletto di Vicenza, su progetto del geom. Antonio Rossi di Argenta. Inaugurato il 2 ottobre 1983 da Mons. Ersilio Tonini, Arcivescovo di Ravenna in occasione della traslazione delle spoglie da Ravenna ad Argenta.Per l’occasione S.E. l’Arcivescovo portò il messaggio di S.S. Papa San Giovanni Paolo II. Ai suoi piedi, in una nicchia sotterranea, sono conservate le spoglie del Martire.

Lapide in marmo rosa
Nel marmo è riportato una frase da un Diario di Don Minzoni: “La croce io l’invocherò sul mio feretro … perché è il vessillo nel cui nome sono nato, vissuto e morto”.

Giglio Scout in bronzo.
Offerto il 6 ottobre 1991 dagli Scout del Masci, Agesci e Scout d’Europa. L’ambasciatore Mario Sica, storico dello scoutismo, chiese nel suo discorso celebrativo tenuto quel giorno nel gremito Palazzetto dello Sport parrocchiale, la beatificazione di Don Giovanni Minzoni quale Martire degli Scout italiani.

Lapide nella nicchia del Sepolcro.
Inaugurata il 23 settembre 1991, ad un anno dalla venuta del Papa.Voluta per ricordare la visita di S.S. San Giovanni Paolo II, avvenuta il 23 settembre 1990. Per sua espressa volontà Sua Santità volle venire ad Argenta per pregare sulla tomba del Martire. In quella occasione era accompagnato dal Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga.

Il monumento in bronzo

L’opera in bronzo fu ideata dal professor Angelo Biancini, maestro ceramista e scultore faentino, che accettò l’incarico a patto di poterla realizzare a suo piacimento. Secondo l’Autore rappresenta il Martire proteso in avanti a difesa dei suoi ideali, il cappello nella mano destra come scudo, la mano sinistra chiusa a pugno in atto di forza: “Uscire dalla sacrestia per andare verso il popolo”.
Alta 2,10 metri, montata su di un basamento di 90 cm. è completata a terra da un bassorilievo di cm 90 con l’allegoria della vita del Sacerdote. Il tutto era completato da un manufatto in ferro battuto: “Gli alberi della vita”, sempre opera di Biancini.
Il monumento, inizialmente collocata alla sinistra del Duomo, venne inaugurata il 13 ottobre 1973 dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone, a conclusione di una nutrita serie di Celebrazioni tenutesi in Argenta per il Cinquantesimo della morte. Al Presidente Leone fu donata, al termine della cerimonia, una riproduzione dell’opera. In quell’occasione il Presidente Leone inaugurò all’ingresso del Liceo Scientifico la targa in marmo che riportava il nuovo nome dell’Istituto: Don Giovanni Minzoni. Infatti, per il 50° della sua morte il Comitato aveva ottenuto dal Ministro dell’Istruzione Malfatti l’autonomia del Liceo.
La statua in bronzo dedicata a don Minzoni si poté realizzare grazie ad una sottoscrizione nazionale, promossa dal Comitato esecutivo per le Celebrazioni del 50° del Martirio, alla quale aderirono 110 comuni ed il cui elenco è inserito in un apposito cilindro sul basamento, ai piedi della statua. Contemporaneamente alla sottoscrizione il Comitato Esecutivo invitò pure i Comuni d’Italia a intitolare una via o una piazza a Don Giovanni Minzoni.
Parrocchia e Comune – nell’autunno del 2002 e in occasione del completo rifacimento della piazza antistante il Duomo e dell’intero sagrato – decisero per il monumento un completo restyling, effettuato nei mesi successivi dalla ditta Morigi di Bologna.
Il 23 agosto 2003, in occasioni delle Celebrazioni per l’80° del Martirio, l’arcivescovo mons. Giuseppe Verucchi e il sindaco Andrea Ricci inaugurarono il manufatto nella sua collocazione attuale, di fronte al Duomo e a lato della nuova grande fontana.
Mentre la prospettiva, non trovando più spazio, venne accantonata e successivamente trasferita nel 2013 all’interno del Museo dedicato al Martire.
